mercoledì 20 gennaio 2010

Il ritorno

Kosmos stava passeggiando per la stanza come un leone in gabbia, odiava aspettare in una sala d'attesa. Sicuramente la pazienza non era mai stata il suo forte e con l'età il suo carattera era sicuramente peggiorato. La Flotta Stellare dal suo punto di vista non aveva assolutamente rispetto per la sua posizione, era in ritiro da alcuni anni su un pianetoide nel bel mezzo delle Badlands, coltivava la terra, pescava, passava la sera generalmente in un pub gestito da una splendida donna dai capelli rossi con la quale aveva una relazione conflittuale.
Ma due giorni prima aveva visto arrivare un uomo, una parte della sua vita che non rivedeva da parecchio tempo.
" Padre..." lo salutò Kirshei mentre Kosmos si limitò ad alzare il boccale di birra romulana e sorridere.
Il mezzo vulcaniano si mise a sedere guardandosi intorno e inarcando un sopraciglio, un moto di disappunto minimo che però il vecchio lupo di mare notò.
"Non ti piace la mia sistemazione Kirshei?Eppure conosci i miei gusti...sai cosa mi piace..."
Il figlio di Kosmos lo guardò negli occhi "So cosa ti piaceva una volta padre, l'avventura."
"Cosa vuoi Kirshei?" tagliò corto Kosmos capendo che il figlio che anni prima aveva avuto dall'ambasciatrice T'ren, non era lì per una visita di cortesia ma per qualcosa d'altro che sicuramente non gli sarebbe piaciuto.

"La Flotta Stellare ha bisogno di te!" rispose secco l'Ambasciatore.
"Non ci penso neanche, sono in congedo..." fu la risposta di Kosmos portandosi alla bocca il boccale e sorseggiando la terza birra di quella mattina.

"C'è una clausola che permette di richiamarti in servizio, padre" rispose Kirshei porgendogli un d-padd.
Kosmos lesse due righe e sbattè il padd sul tavolo alzandosi in piedi.
"Possono mandare qui una flotta di sparvieri romulani a prendermi se vogliono...persino la regina Borg in persona...NON MI MUOVO! Sono dei cani...hanno mandato mio figlio cercando di smuovermi..."

"Ammiraglio Kosmos!" disse una voce distogliendo Kosmos dai suoi ricordi.
Guardò l'uomo che aveva davanti, era un po' ingrassato dall'ultima volta che si erano visti e aveva perso un po' di capelli, ma d'altra parte anche lui non era più quello di una volta anche se si teneva costantemente in allenamento...specialmente in camera da letto.

"Ammiraglio Hawking..." rispose stringendo la mano all'ex marito della sua amica Kia.
La mente volò indietro ai tempi della Princess, agli amici come Sivaak, Ryo...poi sospirò rendendosi conto che i viaggi nei ricordi sono un altro sintomo della vecchiaia.

"Jorgos, mi spiace aver usato un sotterfugio per convocarti qui...ma altrimenti non saresti venuto..." si scusò Hawking invitandolo a sedere.

"SOTTERFUGIO?" alzò la voce Kosmos "quel bastardo di mio figlio ha usato la presa vulcaniana per stordirmi e mettermi su una navetta...da piccolo dovevo insegnargli a rispettare il padre"

Dentro la sua mente immaginò la voce di T'ren dirgli "Forse dovevi prima essere un padre per lui..."

Hawking prese una tazza di caffè e porse del Tè a Kosmos che sospirò
"Cosa vuoi da me William?" chiese tagliando corto come nel suo stile.
"Ho bisogno di te Jorgos...ho bisogno della tua esperienza e capacità di comando" rispose l'ammiraglio di Flotta.
Kosmos sorseggiò il tè e si passò la mano tra i capelli grigi
"Sono troppo vecchio ormai...conosco un quarto delle attrezzature odierne e sicuramente i miei riflessi non possono competere con quelli dei giovani capitani della Flotta Stellare..." fu la risposta titubante. Aveva paura? Jorgos T. Kosmos aveva paura di affrontare il decadimento fisico normale di un essere umano? Aveva paura di non essere più all'altezza della sua fama?

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