giovedì 3 settembre 2009

Emergenza al bar

Con lo scattare dell'allarme rosso il bar di prora si spopolò in meno di trenta secondi, tanto velocemente da dare l'impressione che tutti gli allegri avventori fossero stati teletrasportati via da una ponte all'altro della nave, ognuno al suo posto di combattimento.
Ryo non aveva mai assistito ad un simile spettacolo in vita sua e d'altronde, visto il suo incarico attuale, non sapeva bene quali fossero i suoi doveri in una situazione d'emergenza come quella che stava verificandosi, e pertanto poté goderselo fino alla fine, sicuro com'era che, su tutti i ponti, nessun ufficiale superiore si sarebbe affranto per la sua assenza.
L'allarme smise di suonare.
"Credo che a questo punto sia inutile, siamo rimasti soltanto no due", disse Liry.
"Credevo che solo il capitano potesse fermare l'allarme rosso".
"Sono io il capitano, nel mio bar".
Ryo accolse l'occhiolino della deltana con un sorriso, e ne apprezzò la forza d'animo. Non era da tutti restare così calmi di fronte ad una situazione d'emergenza, ad un pericolo, per lo più ignoto, ma Ryo non si sorprese affatto quando la vide impegnata a passare uno straccio umido sul bancone.
"Resterai qui per tutta l'emergenza?", domandò.
"E dove potrei andare? Sono solo una semplice barista, altrove non sarei che d'intralcio. Il mio posto è qui".
Ryo sospirò, sedendosi di fronte a lei. "Vorrà dire che ci terremo compagnia. E, se la nave dovesse disintegrarsi, potrò considerarmi fortunato visto che il fato è stato tanto benevolo da concedermi di morire insieme a questo splendido esemplare di femmina deltana".
Liry sorrise. "I tuoi giochetti non funzionano con me, Ryo. E poi sai bene che questo non è il tuo posto".
"Può darsi... ma, al momento, è l'unico posto dove sono desiderato".
"Potrebbe esserci bisogno di te, in infermeria o da qualche altra parte".
"Non credo. E comunque, se mi vogliono - ammesso che mi vogliano - sanno dove trovarmi".
Liry si arrese, il ragazzo era troppo testardo, l'integrità della nave non sembrava in imminente pericolo, e poi a lei non dispiaceva un pò di compagnia. Aveva affrontato situazioni simili decine di volte, sempre da sola. Questa volta aveva al suo fianco un uomo disposto a confortarla e proteggerla in caso di bisogno, o almeno, aveva la sensazione che questo fosse il motivo percui Hunt si stava ostinatamente rifiutando di lasciare il bar. O forse aveva una troppo buona opinione di lui, magari davvero non aveva altro posto dove andare e preferiva continuare a flirtare con lei.
"Liry! A che stai pensando?".
"Allo strano tipo che sei, Ryo. Sei difficile da inquadrare".
"Sempre con questa storia... vuoi smetterla di distrarti, non vedi che abbiamo degli avventori che aspettano il servizio?".
Liry si guardò attorno, e non vide nessuno. "Davvero?".
"Certo... Un samarian sunset, per favore".
Solo in quel momento Liry realizzò che Ryo l'aveva lasciata sola dietro al bancone, ed aveva preso posto sugli sgabelli di fronte. Il ragazzo aveva un talento innato per sdrammatizzare ogni situazione. Decise di stare al gioco.
"Arriva, signore".