giovedì 25 dicembre 2008

Ragazzi è tanto che non ci si sente, comunque volevo augurarvi buone feste e felice 2009, ma soprattutto: BUON NATALEEEEEE.
Sara

venerdì 20 giugno 2008

Countdown

La mattina era giunta, erano tutti pronti per la messa in scena."3..2...1... si comincia!"
Maeve, che indossava un costume bianco con qualche disegno geometrico azzurro che spiccava sulla sua pelle ambrata, accompagnato da una gonnellina che riprendeva la fantasia, guardò tutti i presenti, erano perfetti!
"Kalt quanto manca?"
"Una decina di minuti signora!"
"Bene" osservando poi Hunt che sembrava divertirsi per la scena che sarebbe accaduta di lì a poco "Ryo pronto?"
"Sono nato pronto!" sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, appoggiò la mano sul fianco destro "il ricco commerciante in vacanza con questa camicia di lino bianco aperta e questi pantaloncini, beh se non ci cascano siamo nei guai! Anche se le attenzioni saranno tutte su di te!" squadrandola.
"Ma va al diavolo!"
"Ma dai che ti divertirai!" bofonchiò il medico.
"Clio è ora."
"Ma..."
"Mi ricordo tutte le tue raccomandazioni, ti farò tornare il prima possibile."
"Signora, cinque minuti, fra un minuto potranno vederci"
"Tutti ai propri posti!"
Pk si disattivò consegnando i due orecchini a Maeve che li indossò rapida, quindi lei ed Hunt corsero sul ponte scoperto. Quel sole riscaldava la pelle, e il profumo di mare ricordò per qualche secondo alla donna San Francisco. Il dottore si era disteso su una sorta di sdraio e la bajorumana gli si era seduta in braccio.
*30 secondi* ripeteva mentalmente *29...28..." mentre aggiravano l'isola. *12...11...10* sfiorando le labbra di Ryo *3...2...1*. Le mani di lui agivano senza alcun problema sulla schiena di lei muovendosi bramose. Di certo dovevano apparire come due turisti con altro da fare. Già il dottore era un ottimo attore, o forse no? Magari non stava recitando, sembrava così rilassato! Due minuti esatti erano passati, dalla villa dovevano averli visti di certo, ed ecco spuntare il tenente Winter urlando che qualcosa non andava, perfetto, tutto procedeva per il meglio, ora mancava solo più...
Sentì la mano di Ryo sfiorarle una coscia, in altro luogo e momento ne sarebbe stata lieta, ma stavano lavorando ora! La nave andò ad arenarsi esattamente dove programmato, Maeve si alzò di scatto borbottando in direzione di Kalt cose poco carine, il tenente Hunt fece lo stesso, mentre il boliano cercava di sparire con la promessa di riparare tutto.
Un gruppo di persone, soldati al primo sguardo, scesero dalla villa andando a raggiungerli.
"Qualche problema?"
"Deve essersi rotto qualcosa" rispose la donna con voce ingenua. Le guardie la squadrarono. Ryo tornò sulla balaustra.
"Ne avremo per circa tre ore, scusateci!"
"Ma io non resisto tre ore qui al caldo e non ho intenzione di andare là sotto con quell'omino blu!"
"Non cominciare... ora se queste brave persone ci accompagnano vorremo scusarci personalmente per l'incidente con i vostri signori!"
Quello che pareva il capitano delle guardie li squadrò "Non può entrare con la sua concubina!"
Maeve l'avrebbe preso a cazzotti se non fosse stato grosso due volte lei e se non avesse fatto saltare la copertura.
"Ehm no, no. Avete capito male, siamo in viaggio di nozze, avrete di certo sentito parlare di Robert Castell! Si è parlato del nostro matrimonio in tutto il quadrante dati gli invitati. E lei è la figlia dell'ambasciatore Dreamyne, Sibyl!"
Il gruppetto sembrava pendere dalle labbra del dottore "Oh ci scusi, prego seguiteci!" rispose l'altro aiutandoli a scendere dal catamarano. Il brusio di voci contribuiva alla scena, sembrava che tutti ora volessero ingraziarseli e che tutti li conoscessero.
Qualche minuto dopo all'interno della villa, nello "loro" stanze.
"Anche i padroni ci hanno creduto, certo offrirci questa stanza per rinfrescarci e riposarci è stato di ottimo gusto!"
"Ma smettila Ryo!"
"Robert!"
"Smettila Robert!" ripetè sarcastica mentre si toglieva gli orecchini "Canta!"
Il dottore la guardò sorpreso poi cominciò ad intonare un motivetto. Maeve attivò gli orecchini e Pk apparve subito. "Bentornata Clio e scusa per il ritardo!"

giovedì 22 maggio 2008

Convalescenza difficile

Serel sedeva in silenzio nel parco del grande ospedale federale.
Aveva cercato una panchina appartata, il più lontana possibile dalla confusione di pazienti e visitatori che affollavano il giardino della struttura a quell'ora. Lontana dal rumore. Da quello vero, ma, soprattutto, da quello dentro la sua testa.
Non sapeva cosa le stesse accadendo. I medici l'avevano dichiarata completamente rimessa dal violento trauma cranico riportato sulla Princess, e l'avrebbero dimessa di lì a poche ore. Ma qualcosa era diverso.
Non ricordava quasi nulla dell'incidente. C'era stata una discussione violenta con il comandante Guerrero, questo lo rammentava. Il tenente le aveva impedito di scendere su Rare Rainbow con l'away team, poichè Serel non era in perfette condizioni fisiche. Quanto si era infuriata! Poi c'era stato l'attacco, e i ricordi si facevano confusi: la corsa lungo i corridoi della nave, l'urto violento, lo schianto, poi il buio. Il buio e gli incubi.
Quando si era risvegliata, in una stanza dell'ospedale federale, qualcuno le aveva detto che parte di una paratia si era spezzata, colpendola in piena fronte, e che lei era stata in coma per diverse settimane, dopo. Giorni e settimane in cui tante cose erano cambiate: il tenente Guerrero ormai non c'era più, la Princess aveva sfiorato per l'ennesima volta la catastrofe, e gli altri membri dell'equipaggio si erano trovati ad affrontare prove durissime nel frattempo. Mentre lei...

Cosa era successo durante quel coma nella sua testa? Qualcosa era cambiato, Serel lo sapeva. Da quando si era risvegliata, le era diventato quasi impossibile controllare il suo potere di percepire le emozioni altrui: esse la colpivano in modo imprevisto, quando meno se l'aspettava, a volte così tante insieme da provocarle malessere. Per questo se ne stava così appartata e sfuggiva gli altri pazienti: il dolore e la paura erano le sensazioni più diffuse, in quel luogo. Ed erano così forti da provocarle come uno scroscio di cascata nel cervello, quasi insopportabile.
Serel si guardò le mani, contratte dalla tensione, sforzandosi di distenderle. Qualcosa di simile le era già accaduta, tanti anni prima. Un periodo che non avrebbe mai dimenticato, quando la lettura involontaria delle emozioni altrui, la recettività alle sensazioni che era incapace di controllare, l'aveva quasi annientata. Non voleva che succedesse di nuovo. Non doveva succedere!
Alzò gli occhi a guardare un gruppo di persone in lontananza. Le apparivano come tante macchie colorate. O meglio, come bolle. Ognuno avvolto in un proprio guscio variegato.
Ecco, quella era una completa novità. Le succedeva da vari giorni, ormai. Mancava soltanto che ora si mettesse a vedere anche le auree...
In realtà non aveva idea se si trattasse davvero di ciò che la gente identificava come auree, o se quei contorni colorati fossero soltanto delle visioni sinestetiche delle emozioni che animavano le persone, a lei percebili come tutto il resto. Comunque, il fatto era che ai suoi strani sintomi si era aggiunto anche quello. Serel sperava soltanto che fossero tutti delle conseguenze temporanee dell'incidente, e che sarebbero scomparsi col procedere della convalescenza. Si sforzava di non dar loro peso, ma in realtà ne era molto preoccupata, e ancora non aveva voluto parlarne allo psicologo dell'ospedale.

In quel momento vide una persona venire verso di lei lungo uno dei sentieri ghiaiati del parco. Era una donna; nonostante gli abiti casual, aveva un portamento quasi marziale. L' "aura" che la circondava era di un color grigio acciaio, venato di uno sgradevole rosso metallico. Si fermò davanti a Serel sfoderando un sorriso eccessivamente allegro e, prima di una qualsiasi reazione da parte dell'ufficiale scientifico, si sedette accanto a lei sulla panchina, afferrandole una mano e rivolgendole un saluto affettuoso. Poi, davanti all'espressione trasecolata di Serel, si affrettò ad abbassare la voce e a sussurrare, seria:
- Regga il gioco. Ho detto di essere una sua cara amica!
Contemporaneamente aprì il palmo e mostrò a Serel un distintivo, che subito riscomparve in una tasca nascosta dei suoi abiti. Il tenente Nyala trasalì.
- Stia tranquilla, l'area è stata controllata, qui nessuno può vederci o sentirci. Anche l'impianto di sorveglianza non ci sta inquadrando - continuò la donna.
- I servizi segreti? - mormorò Serel, ancora più stupita, decidendosi infine a parlare - Che sta succedendo?
- La vedo in forma, tenente Nyala - proseguì l'altra, ignorando la domanda - I medici hanno confermato che sta bene, e che può tornare in servizio anche subito.
Serel rimase in silenzio, preferendo non contraddirla. Si limitò a fissarla in modo eloquente. L'altra distolse lo sguardo:
- Ci farebbe comodo che lei si riunisse ai suoi colleghi quanto prima. Il personale della Princess si occuperà di una faccenda... delicata, diciamo... per il governo federale, e la sua collaborazione sarebbe oltremodo preziosa - le sue parole erano cortesi, ma il tono con cui le pronunciava imperioso.
- Credevo che l'equipaggio della Princess fosse in licenza su Galan II e la nave ancora nei cantieri, in riparazione... - obiettò Serel, perplessa.
- Caso vuole che proprio Galan II sia il fulcro della missione affidata ai suoi colleghi - sogghignò la donna - Non è curiosa di saperne di più?
In breve mise Serel al corrente della situazione e di ciò che le veniva richiesto. Alla fine del racconto tacque, aspettandosi una qualsiasi reazione da parte della sua interlocutrice, ma l'ufficiale scientifico rimase in silenzio, assorta.
- So che lei ha un'ampia preparazione nelle lingue non-terrestri, - riprese allora, un po' innervosita - e che ha già avuto contatti positivi con rappresentanti di questa specie. I nostri referenti hanno accettato di averla come mediatrice. Sarebbe davvero... sgradevole se lei rifiutasse di aiutare la Federazione a risolvere questo piccolo problema... - di nuovo, le sue parole sembravano gentili, ma esprimevano un'esplicito ordine. Serel sospirò.
- Non mi lasciate molta scelta, vero? - sussurrò in tono tagliente, fissando l'agente dei servizi segreti con uno sguardo carico di disapprovazione. Odiava venire forzata a fare qualcosa!
- D'accordo - proseguì - Mi dica quando devo raggiungere il resto dell'equipaggio.
L'altra donna sorrise, soddisfatta, ma senza alcuna cordialità:
- Mi ha fraintesa: non dovrà unirsi subito ai suoi colleghi. Saranno loro a raggiungerla. Lei dovrà entrare immediatamente in contatto con l'ambasciatore °°° e stabilirsi al loro quartier generale. Lei sarà la nostra testa di ponte, diciamo...

mercoledì 30 aprile 2008

Stardust Memory

La notte era veramente stellata, e Clio stava riflettendo sul fatto che all’alba sarebbe stata disattivata momentaneamente. Non le piaceva. Lo avrebbe fatto per la missione, ma non le piaceva. Essere disconnessa significava perdersi il presente, e lei voleva viverlo il presente: completamente.
Ripensò con rimpianto al fatto che erano partiti praticamente alla chetichella senza avvertire nessuno. Nemmeno Windy ed Erika sapevano dove stavano andando. In teoria erano andati a fare una crociera di piacere.
Strinse le labbra pensando che non aveva potuto salutare Keppler, ma forse era stato meglio così: le avrebbe letto nel pensiero quello che era successo.
Sorrise tra sé ricordando la conversazione che avevano avuto a bordo della Princess.
Dopo che l’aveva portata in giro per tutta la nave a vedere i lavori e illustrandole le migliorie che intendevano apportare, compresi emettitori olografici dappertutto vista la sua presenza, erano finiti davanti al suo alloggio e lei si era trovata improvvisamente intimidita dal suo sguardo sornione:
“Vuole… ehm… vuole entrare?” gli domandò guardando di lato.
“Mi piacerebbe entrare a vedere come ti sei sistemata.” Le mormorò dolcemente.
Clio deglutì e annuì scostandosi per farlo passare.
Lui le si parò davanti e le sollevò il mento con un dito: “Ma forse è meglio che me ne vada.” Disse socchiudendo gli occhi.
Clio respirò forte ma non rispose, si limitò a fissarlo in attesa.
“Ecco… in questo momento non stai pensando a nulla, ti stai limitando a sentire… è rilassante.” Mormorò lui subito dopo.
Clio inclinò la testa: “Rilassante?”
Keppler annuì: “Sì… non sono bombardato da immagini mentali e sensazioni quando sono con te… e ora, anche se le vengo a cercare… non ci sono. C’è solo l’attesa, l’aspettativa, neanche tanto emozionata, solo incuriosita.”
“Oh… mi chiedevo infatti perché mi continui a cercare…” mormorò lei, accettando il tu.
Lui inclinò la testa con una smorfia: “Beh… non è solo per quello.”
“Ah no?”
“No… direi che è anche perché… ti hanno veramente costruita bene. E mi piace guardarti.”
“Oh?! Sembra un complimento.” Disse lei aggrottando la fronte.
Keppler ridacchiò avvicinandosi al suo viso: “Sì, lo è, Clio, lo è.”
Clio arrossì leggermente pensando a quello che era seguito, subito dopo.
Scosse la testa: decisamente era meglio se non si erano visti…non sarebbe riuscita a nascondergli nulla… sempre che lui non fosse al corrente della missione, aggiunse tra sé pensierosa: sembrava che quell’uomo sapesse tutto ogni volta che lo incontrava.
Non doveva essere facile vivere con quel dono.
Sospirò preparandosi a dare il cambio a Kalt… lei non doveva dormire, lui sì: “Avanti nostromo, è ora di passarmi il timone.” Gli disse mettendogli una mano sulla spalla.
“Mi raccomando, attieniti alla rotta. Controlla la barra e il vento. Se qualcosa non va chiamami immediatamente.”
“Sì, lo so, lo so Kalt, avanti, va a dormire su. Non preoccuparti.”
Lo spostò quasi di peso e si mise al timone, mentre Kalt andava al suo giaciglio borbottando tra sé.

lunedì 28 aprile 2008

E' una notte come solo i tropici sanno regalare

In un mare di cristallo si specchiano le tre lune ed il loro riflesso contamina il blu elettrico della volta stellata con una intensa sfumatura color del vino.
Il catamarano è alla fonda, sottovento ad un'isola dal profilo elevato, un vulcano spento da tempo, ora ricoperto da una folta vegetazione viola.

Intensa, la polvere delle stelle, ricorda ai nostri eroi che: -... Signori: è ora di pensare al lavoro! Non siamo in crociera per rilassarci!
- Ma comandante...
- Oh, Maeve, perfavore, la sera è appena iniziata!
- Ecco, stavo appena iniziando a gustarmi questo drink.
Non c'e' verso di commuovere l'irreprensibile comandante Fletcher: sotto un elegante tendalino bianco steso sulla coperta del catamarano ed illuminato da vere candele sospese in globi luminosi, il tavolo della dinette viene rapidamente sgombrato dai resti della cena, scompaiono i calici e le brocche con i cocktail alla frutta, il livello sonoro della musica ritmica è bruscamente abbassato e un diagramma tattico dell'isola, del complesso residenziale e degli obiettivi della missione viene proiettato sugli schermi integrati del ripiano.
- Come vi dicevo, la nostra missione è quella di recuperare un ostaggio prezioso: si tratta della figlia di un diplomatico. L'Ammiragliato non ha ritenuto di doverci rivelare oltre, ma in gioco è l'ingresso di un nuovo pianeta nella Federazione. E vista la situazione politica attuale, comprenderete bene l'importanza e la delicatezza della questione...Si Kalt?
- Ecco, mi domandavo... ma com'è possibile che qualcuno sia tenuto nascosto contro la propria volontà su questo pianeta nel cuore del quadrante Alfa.
- In effetti la dinamica del rapimento non è chiara...
- Oh, adesso salta fuori che è una fuga d'amore.
- Questo non ci riguarda dottore! Il nostro incarico è di riportare alla base la ragazza. Viva e possibilmente integra.
- Integra?
- Illibata Clio, illibata.
- Non capisco.
- Sembra che per alcune popolazioni della galassia, l'integrità sessuale sia ancora un valore sociale legato al cerimoniale dei matrimoni e delle alleanze politiche a questi collegati. Adesso concentriamoci sulle prossime mosse. La nostra copertura è questa: siamo un gruppo di spensierati turisti in crociera e purtroppo uno dei repulsori del nostro catamarano si è depolarizzato e necessita di manutenzione. Non abbiamo bisogno di ricambi, ma la riparazione prenderà circa ... uhm, vediamo... tre ore. Kalt resterà a bordo pronto a partire. Io e Hunt sbarcheremo per un bagno sulla spiaggia e ci recheremo alla villa-fortezza per i saluto di rito ai padroni di casa. E qui Clio gioca un ruolo essenziale: io indosserò i suoi emettitori olografici... aspetta Clio, non interrompermi: solo per poterla introdurre di nascosto nella costruzione. Dopo di che...

Un vento fresco ha corrugato la superficie del mare e una velatura di nuvole alte ha coperto le lune e le stelle.
La notte magica si è trasformata in una buia notte e gli spensierati navigatori sono ora degli incursori professionisti.
- Maeve, dimmi: quale costume pensi di indossare domani in spiaggia?

mercoledì 23 aprile 2008

Un minuto: aspetto solo un'altro minuto poi faccio irruzione nel bagno delle signore!

Ecco cosa stava passando nella mente del tenente Kalt Winter rimasto da solo al tavolo.
Ma cosa diavolo stava facendo Maeve? Ogni volta che i servizi segreti della Flotta Stellare coinvolgevano l'equipaggio della Princess non ne era uscito mai nulla di buono.
Un sudore gelido iniziò a scivolare lungo la schiena del boliano che pure non osava alzare lo sguardo dal bicchiere di birra romulana dinanzi a lui.
Poco distante, Pk e il dottor Hunt continuavano indisturbati la farsa della turista svampita e del playboy di professione, nell'indifferenza totale dei pochi avventori ancora sobri in quello squallido locale.
Niente, proprio non ci riusciva a restare seduto un minuto di più: Kalt si alzò rovesciando la sedia e si diresse verso la toilette con passo di carica...
... giusto in tempo per travolgere Maeve che ne usciva con la stessa foga e con un'espressione disgustata sul volto.
- Fuori, vi voglio tutti fuori: dobbiamo parlare!
Sbraitò Maeve Fletcher nel suo miglior tono militare, dopo essersi districata dall'impatto con Kalt.
- Ma comandante... e la copertura?
- Al diavolo la copertura!

Poco dopo i quattro ufficiali della Princess stavano caminando lungo la strada costiera verso un pontile di legno al quale era ormeggiato un vecchio catamarano a repulsione.
- Rapire una principessa ? Ma è illegale! E pericoloso!
- Ma è romantico!
- Ma è carina almeno questa principessa?

lunedì 21 aprile 2008

Come passare inosservati...

Quanto si sentiva stupida con quel cappello, quegli occhialoni e quella sciarpa di seta! Sally, un nome comunissimo, un travestimento perfetto. Cercava di chiocciare come aveva fatto Patricia per essere considerata una turista avanti con l’età alla ricerca di un’avventura. Non era così facile con Ryo, ma si stava divertendo. Lanciò un’occhiata al tenente Winter il quale annuì. Si alzò scusandosi con i suoi commensali e si avviò nella direzione in cui il barista le aveva indicato esserci il bagno. Aveva fatto il tragitto sventolando un orrido e gigante ventaglio continuando a ripetere “Che clima umido, quest’afa rovina la mia pelle!”. Non aveva mai sopportato quelle persone, eppure ora doveva imitarle alla perfezione. Sembrava assurdo che per passare inosservati si dovesse fare l’esatto opposto. Raggiunse la porta e vi entrò, qualche minuto dopo la donna incappucciata spalancò la porta, quindi la richiuse. “Dobbiamo parlare”

mercoledì 16 aprile 2008

Ciurma al completo

L'uomo non aspettò la risposta delle due donne ma andò ad appoggiarsi al bancone, perfettamente a suo agio, ordinando da bere con la naturalezza di chi passa ogni giorno della sua vita in bettole come quella e, approfittando del fatto che il barista, nel servirlo, ora gli dava le spalle, sussurrò all'orecchio dell'amico boliano: "Finalmente si torna in azione, Kalt. Non ne potevo più di quest'ospizio".
Poi raccolse i tre boccali che aveva richiesto ed andò a sedersi in mezzo alle due straniere, iniziando a chiacchierare e a ridere sguaiatamente, dando l'impressione di flirtare con entrambe. Il tipico bullo locale che tenta di sedurre una coppia di ingenue ma provocanti turiste. Una scena vista e rivista, in quel locale.
Kalt fece attenzione a non seguire i movimenti del dottore e tornò a rivolgersi alla donna incappucciata: "Beh... a quanto pare ci siamo tutti, signora".

Turiste.

“Oh Sally, grazie per avermi portato a fare acquisti, erano secoli che non mi divertivo così.” Esordì Clio come programmato, non appena si sedettero ad un tavolo libero vicino a quello di Kalt. Il boliano, dal canto suo stava facendo di tutto per non farsi notare e non le guardò nemmeno. Le testa incassata sulle spalle nel tentativo di farsi sempre più piccolo.
La donna, irritata, non trovò di meglio da fare che sedersi sulla sedia di fronte a lui e controllare che quelle due donne non combinassero pasticci.
“Tesoro, non hai ancora visto nulla. Che te ne pare di questo posto? Non è caratteristico?”
disse Maeve a voce troppo alta, strascicando le vocali.
“Oh sì, è veramente un posto particolare. Non avevo mai visto una così gran varietà di gente.” Cinguettò Clio guardandosi intorno eccitata.
Non si soffermò con lo sguardo né su Kalt né sulla donna incappucciata, ma un lieve alzare delle sopracciglia, fece capire ai due che faceva tutto parte del piano per rendersi invisibili. Probabilmente era un paradosso, ma non appena gli altri avventori le classificarono per quello che sembravano, cioè delle turiste in vacanza alla ricerca di posti inusuali, l’interesse per la loro entrata scemò velocemente e nessuno fece più caso alle due donne. I cappelli a tesa larga nascondevano loro metà del viso, in modo da rendere difficile un’eventuale identificazione, gli occhiali da sole, sebbene vistosi, completavano il lavoro.
La donna incappucciata nascose un sorriso: “Forse le sue amiche non sono tanto maldestre come sembravano all’inizio, signor Winter.” Mormorò.
Kalt abbozzò un sorriso chiedendosi che fine avesse fatto Rio.
“Signore, posso offrire da bere a due belle donne come voi?” udirono una voce ben conosciuta chiedere.

mercoledì 9 aprile 2008

Da cosa nasce cosa

Non era una locanda per turisti.
Certo risaliva all'epoca dei primi coloni su Galan, quando la terraformazione ancora non era stata completata e la vita su quel pianeta era veramente vita di frontiera.
Nossignori, ricchi e civilizzati turisti in quel buco oscuro, le pareti di pietra scrostate, il bancone di legno taruik annerito dal tempo, i boccali sbreccati, non ne passavano molti.
La clientela attuale era composta da lavoratori del vetusto spazioporto mercantile, contrabbandieri di "generi esotici" e persone in genere che non volevano attirarsi troppi guai "di natura" legale dopo aver violato uno o due protocolli federali.
Anche nella penombra, anche in abiti civili, il tenente Kalt Winter della nave stellare Princess, si sentiva fuori luogo, quasi che la sua pelle azzurra fosse fluorescente come i bagliori dei pesci lampara.
Al ricordo della sua recente disavventura di pesca sportiva, Kalt si massaggiò le contusioni nella parte bassa della schiena.
- Non è elegante toccarsi il sedere in presenza di una signora, "signor" Winter.
L'apparizione improvvisa al fianco del suo tavolo, la frase pronunciata con ironia, un volto celato nell'ombra di un cappuccio, insomma il nervosismo del momento fece sussultare il boliano.
- Oh be' quello... - per l'imbarazzo il volto di Kalt assunse toni bluastri - ... è un rito scaramantico del mio popolo. -
- Andiamo tenente, dopo tutti questi anni di servizio nella Flotta Stellare, ancora crede nella fortuna?
- La prego signora, parli piano, questo locale non è del tutto "sicuro".
- Vedo.- fu la risposta in tono disgustato - E dove sono i suoi amici?
- Arriveranno a minuti: era più sicuro entrare alla spicciolata. Avremmo dato meno nell'occhio.
Proprio in quell'istante fecero il loro rumoroso ingresso due turiste, terrestri a giudicare dagli abiti, dai cappelli a larghe tese e dai grandi occhiali da sole, le braccia cariche di souvenir.
- Meno nell'occhio mi stava dicendo?
Kalt, ancora più imbarazzato, non trovò nel suo frasario buono per tutte le occasioni, alcunchè da replicare...

lunedì 7 aprile 2008

Vacanza?

Clio sorrise vedendo Kalt travolto dalla folla di bimbi, scosse la testa sistemandosi meglio in braccio uno dei suoi figliocci, e ringraziò il cielo di avere loro, altrimenti sarebbe impazzita: non fare nulla e stare 'in vacanza' decisamente non faceva per lei, checché ne dicesse il Maggiore Keppler...

Tre Giorni prima:

Clio girava per il cantiere ad osservare come lavoravano gli operai e gli ingenieri, cercava di non farsi notare (cosa piuttosto difficile visto l'aspetto della donna olografica) ma, in realtà, stava tra i piedi a tutti, domandando, controllando, approvando o suggerendo qualsivoglia riparazione sulla "sua" nave. Non aveva nemmeno accettato l'alloggio temporaneo che le avevano assegnato, voleva rimanere sulla nave, e non c'erano state storie.
Il capitano Blanc aveva interceduto presso l'ammiragliato per lei e così le avevano concesso di rimanere sulla Princess, poi era andata a trovarla e a salutarla informandola che quanto prima sarebbe stata convocatadall'Ammiraglio Sakura. Clio aveva abbozzato, pensando che probabilmente l'avrebbero redarguita per il suo comportamento, ma non le importava, tutto per la sua nave, si disse, dando un'occhiata affettuosa alla Princess.
Era stato come sentirsi tagliare in due quando aveva creduto di averla persa. Non si era mai resa conto di quanto fosse legata alla nave prima di quel momento. Era casa sua, l'unica casa che avesse conosciuto, l'unico posto in cui era stata considerata un essere vivente e pensante e non un ologramma, un ammasso di circuiti e subroutines... inoltre aveva avuto paura di perdere non solo la casa, ma anche la sua famiglia, sì perché di questo si trattava: la Princess era la sua casa e l'equipaggio era la sua famiglia... sorrise, pensando che la sensazione che provava gliela avevano trasmessa i Winter. Ora stavano riposando anche loro, in vacanza, tutti e cinque. Erika stava reagendo bene, tutto sommato: Kalt e Windy facevano di tutto per sollevarla di morale. I bambini inoltre erano un impegno costante e forse proprio quella era la cura adatta a quei tre. Lei non aveva voluto andare con loro, voleva rimanere lì, con la sua casa...ad accertarsi che non gliela portassero via. Perché di questo si trattava in realtà: aveva paura di essere assegnata ad un'altra nave, ad un altro equipaggio: "Piuttosto mi intrufolo nel computer di bordo della Princess." pensò tra sé.
"E se smantellassero anche il computer?" udì una voce chiedere. Rimase di sasso e si voltò lentamente vedendo il maggiore Keppler guardarla beffardo. Il telepate doveva essersi allenato parecchio, visto che le aveva letto nel pensiero con chiarezza.
Lui rispose al suo pensiero ad alta voce: "Esatto ologramma, mi sono allenato per entrare anche nelle sue subroutines e devo dire che è stato molto, molto istruttivo. Farò più tardi rapporto completo all'ammiraglio Sakura." disse sogghignando e facendole provare un brivido dietro la schiena.
Clio chiuse gli occhi per un attimo pensando: "E ora come faccio? Questo qui mi odia." poi li riaprì leggendo consapevolezza nelle iridi dell'uomo e arrossendo leggermente. Era a corto di parole, ricordava come l'aveva trattata nel corso di una missione e ora si sentiva in imbarazzo anche solo a pensare qualcosa.
"No, non la odio ologramma, trovo solo che sia anche troppo emotiva per essere un semplice ammasso di circuiti e subroutines." sorrise lui freddamente.
"Cosa succederà ora?" gli domandò preoccupata. "Nulla... la Princess verrà riparata, voi verrete interrogati, lei no, ci ho già pensato io come le ho anticipato prima, e discuteremo insieme dei piani per difenderci da quell'arma. Siete stati bravi, non c'è che dire, ologramma, e lei è stata brava a... sentire che era tutta un'illusione. Ora penso sia il caso che si tolga dai piedi e lasci questi uomini lavorare in pace alla 'sua' nave, non crede?"
Clio lo fissò corrugando la fronte e iniziando a scuotere la testa ma lui la interruppe con un gesto: "E' un ordine capo ops Pk-23. E non si discute: il suo alloggo è pronto, e immagino che tutti qui tireranno un sospiro di sollievo appena la vedranno venir via con me. Prenda le sue cose, si merita una vacanza."Clio lo fissò rassegnata: "D'accordo... ma cosa si fa in vacanza?" borbottò corrucciata.
Keppler la fissò per un attimo perplesso poi un sorriso, un vero sorriso, gli distese i lineamenti: "Beh ci si trova con gli amici, si va in giro nei locali a divertirsi, o si può anche semplicemente poltrire... personalmente mi piace molto rilassarmi con un bicchiere di brandy in mano e della buona musica, ma anche leggere, o vedere vecchi film... insomma si fanno un sacco di cose in vacanza, vedrà che il tempo le sembrerà volato via quando dovrà tornare qui alla Princess."
Clio lo fissò con una nuova speranza negli occhi: "Tornerò qui? Voglio dire, sarò riassegnata alla Princess? Davvero?"
"Oops... non avrei dovuto dirlo forse... avanti ora, vada a prendere le sue cose, la accompagnerò al suo alloggio così parleremo di quello che c'era laggiù."
"Ma non lo sa già?" domandò perplessa prima di muoversi.
"Voglio qualcosa di più di alcune immagini, ologramma." rispose lui sogghignando.
"Clio... per favore." mormorò tra lo stizzito e il rassegnato.
"Solo se si comporterà bene. Si muova ora."
"Signorsì signore!"

E ora eccola lì, alla festa organizzata dai Winter per i bimbi. Il piccolo di casa le si era addormentato in braccio mentre suo padre stava raccontando la storia di Cochrane e del primo contatto, e lei ripensava a quello che era avvenuto dopo con Keppler che le faceva una specie di interrogatorio supportato dalle immagini che captava dalla sua mente, e poi la abbandonava a sè stessa dicendole di imparare a divertirsi. Divertirsi... che poteva fare lei di divertente senza la sua nave di cui occuparsi? Così era andata dai Winter e loro l'avevano coinvolta nelle loro vacanze. Solo che lei si sentiva un po' tagliata fuori. O erano tutti carinissimi e dolcissimi e lei voleva loro un gran bene, ma sembrava che avessero raggiunto un loro equilibrio ormai, e lei aveva paura di sconvolgerlo.
Sospirò abbassando gli occhi sul visetto rilassato del bambino che teneva in grembo e sorrise teneramente: li amava tutti così tanto.
"E proprio un bel bambino. Chi avrebbe mai pensato che un ologramma potesse avere un tale senso materno?" sentì una voce all'orecchio chiederle.
Arrossì leggermente prima di voltarsi a guardare Keppler negli occhi: "E chi avrebbe mai pensato che un uomo odioso come lei potesse essere così accorto da parlare a bassa voce per non svegliare un bambino addormentato?"
L'uomo ridacchiò_ "Touché ologramma."
"Maggiore Keppler, come mai da queste parti? Siamo onorati di averla tra noi." disse Kalt raggiungendoli con Erika che delicatamente prese il bimbo in braccio: "Grazie Clio, ora lo porto a letto così farà il suo pisolino finalmente. Vorrei capire come riesci a farlo addormentare così facilmente." scosse la testa la centauriana.
"Non credo di essere stata io, piuttosto la voce di suo padre."
"Vorresti dire che la mia voce è soporifera?" domandò Kalt leggermente piccato.
"No, direi rilassante Kalt." rise lei scoccandogli un bacio sulla guancia.
"Maggiore, faccia come se fosse a casa sua. Clio fai tu gli onori di casa? Kalt vieni, dobbiamo cominciare la caccia al tesoro." disse Windy prendendo il marito per un braccio e portandolo via.
Keppler represse un sorriso vedendoli discutere, Clio se ne accorse: "Cosa c'è? Che stanno dicendo?"
"Pensando vorrà dire? Beh la signora sembra pensare che vogliamo stare da soli, mentre Winter non si fida a lasciarla sola con me." disse lui voltandosi verso di lei e fissandola negli occhi fermamente.
Clio arrossì: "Oh... e lei che ha intenzione di fare?" domandò perplessa.
Keppler rise: "Solo vedere se ha imparato a divertirsi, ma a quanto ho capito... non sa proprio cosa fare se non deve lavorare. Venga, la porto a vedere come procedono i lavori sulla Princess.
Clio non si rese conto che il sorriso che gli fece era a dir poco abbagliante.

sabato 5 aprile 2008

Buon giorno del Primo contatto!

E cosi' bambini miei - la voce profonda di Kalt Winter affascinava sempre la tribu' dei piccoli riunita a semicerchio tutto intorno a lui- il 5 aprile dell'anno 2063 il dottor Zephram Cochrane divenne il primo uomo a infrangere la velocita' di curvatura, magari con un piccolissimo aiuto da parte dell'equipaggio della nave stellare Enterprise. - il barbuto boliano strizzo' l'occhio al suo attento pubblico - La scia della Phoenix attiro' l'attenzione di alcuni Vulcaniani che bighellonavano nei paraggi della Terra, dando cosi' il via al "Primo contatto" tra la razza degli umani e quelle che fino a quel momento erano per loro le "fantascientifiche" razze aliene.
Insomma, ancora oggi in tutta la Federazione dei Pianeti Uniti questa ricorrenza si festeggia il "giorno del Primo contatto".
Va bene, va bene: adesso potete assaggiare la torta di kuvush!
Piano, ce n'e' per tutti, non spingeteeeee!

giovedì 3 aprile 2008

MaryAnne

Ryo passò uno sguardo piuttosto stupito sulle tre donne, alzando la mano in segno di saluto.
"Piacere, signore... Ryo Hunt".
Poi tornò a guardare Maeve con l'aria di chi non riesce a capire cosa sta succedendo ma l'esuberante MaryAnne, ripresasi immediatamente dallo stupore iniziale, non gli diede il tempo di aggiungere altro e, saltata fuori dalla vasca con un'insospettabile agilità, lo prese sottobraccio. "Signor Hunt... presta servizio sulla Princess, vero?".
"Ehm... Sì signora, sono l'ufficiale medico capo".
Un grido di sorpresa si levò dalla vasca. MaryAnne guardò le sue comari con l'aria di chi ha appena vinto la lotteria e si strinse ancora di più al braccio dell'uomo.
"Allora è lui il famoso dottore di cui tanto si parla in giro...", Maeve riuscì ad ascoltare questo commento bisbigliato da Patricia a Gwendalyne e sorrise, immaginando cosa potesse significare per quelle tre donne vedersi materializzare davanti agli occhi l'oggetto di chissà quanti pettegolezzi e leggende metropolitane.
MaryAnne decise che non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire quell'occasione, prese il coraggio a due mani e si fece ancora più intraprendente. "Ah, quindi è un dottore... ma allora è il cielo che la manda! E' da stamane che ho un certo dolorino qui", disse sfiorandosi un seno ancora tonico nonostante la non più giovanissima età, "ma nessuno ha saputo dirmi di che cosa si tratta, nonostante tutti quei meravigliosi aggeggi tecnologici che avete oggi a disposizione voi medici. Non potrebbe essere così gentile da darmi un'occhiata, magari davanti ad un bicchiere?".
Il dottore sgranò gli occhi incredulo e cercò lo sguardo di Maeve, che annuì continuando a sorridere beatamente.
Allora Ryo capì tutto. Sarebbe stato al gioco, avrebbe offerto un drink e scambiato due chiacchiere con la signora rifiutando galantemente ogni avance, dopodiché si sarebbe congedato adducendo impegni presi in precedenza con qualche alto ufficiale; la signora sarebbe stata comunque felice di avere qualcosa di cui pavoneggiarsi da raccontare a tutte le sue amiche, e lui avrebbe avuto la possibilità di ascoltare un pò delle storie romanzate ed esagerate che ormai giravano sul suo conto.
In fondo, in quel mortorio generale che era Galan II, non è che ci fosse molto di meglio da fare per passare il tempo.
"Perché no?", rispose Ryo sorridendo ad un'entusiasta MaryAnne.
Maeve sorrise un'ultima volta notando l'occhiolino che MaryAnne aveva lanciato alle sue amiche prima di voltarsi e seguire il dottore, dopodiché lasciò perdere il fantasioso chiacchiericcio delle due donne che erano rimaste con lei e se ne stette ad osservare la sagoma di Ryo finché non scomparve in lontananza.
Il dottore sembrava sereno come al solito, eppure era sicura che le ferite dell'ultima missione erano tutt'altro che cicatrizzate. Non era l'unico. Avevano tutti un gran bisogno di distrarsi e ricaricare le batterie.
Presto, dall'ammiragliato, sarebbe arrivato un nuovo incarico...

Galan II - Ai bagni termali

Certo Galan II non era il massimo, ma aveva una spiaggia e dei stupendi bagni termali! Una specie di meta turistica non solo per chi era costretto a passare le giornate lì in attesa che la nave fosse risistemata, ma anche per coppie anziane in vacanza. Mentre Maeve era immersa nelle calde acque termali per rilassarsi, gli occhi chiusi, cercando di non pensare a nulla, erano giunte un gruppo di allegre comari un po’ avanti negli anni che continuavano a parlare fitto fitto delle cose più strampalate.
“Avete visto l’ultima persona giunta?”
“Oh MaryAnne con quella nave che è arrivata ieri sono scese un sacco di persone! Devi essere più specifica”
“Gwendolyne io ho notato il boliano e la sua famiglia, ti rendi conto? Due mogli… però quei bimbi erano così carini…”
“Gwendolyne, Patricia siete le solite nonnine, io pensavo a quel bell’uomo con l’aria vissuta che è sceso!”
“MaryAnne!” risposero le due con tono quasi scandalizzato “Sei vedova da cinque anni e guardi un ragazzo che potrebbe essere quasi tuo figlio? Vergogna!”
La bajorumana abbozzò un sorriso sentendo la conversazione.
“Site voi che siete due sciocche, mi scusi signorina…” rivolgendosi quindi alla Fletcher, la quale aprì gli occhi osservando le tre signore che si erano immerse anche loro nelle calde acque “Mi dica lei non avrebbe fatto come me?”
“Beh ci sono stati dati gli occhi per guardare direbbe una mia amica!”
“Vedete, voi siete due vecchiette senza speranza, attendete che i vostri figli vi portino i nipotini, o che i vostri mariti finiscano le riunioni all’ammiragliato per potervi raggiungere, io mi godo la vita ora, anche se devo ammettere che lo facevo anche prima!” sghignazzando. Le altre due scuoterono la testa turbate quasi.
“Ma sapete, non so ancora il suo nome… devo riuscire a scoprirlo, poi magari lo inviterei a bere un drink!”
“MaryAnne!” esclamarono nuovamente le altre due. Sembrava fosse l’unica parola che conoscevano.
Proprio in quel momento l’ufficiale medico della Princess attraversò il corridoio e vedendo la Fletcher decise di raggiungerla, almeno per salutarla.
“Oddio è lui sta arrivando” mormorò Patricia.
“MaryAnne chiediglielo se hai il coraggio” sussurrò Gwendolyne.
“Di sicuro!” disse la terza signora ravvivandosi i capelli con una mano.
Hunt arrivò proprio ai bordi della vasca qualche secondo dopo.
“Ciao Maeve!” le disse sorridendole, il sorriso che aveva fatto perdere la testa a numerose donne per la galassia. Le tre donne osservarono la bajorumana.
“Ciao Ryo! Volevo presentarti Patricia, Gwendolyne e MaryAnne” indicandole una alla volta “Sai erano impazienti di fare la tua conoscenza!”

venerdì 28 marzo 2008

Kalt si diverte in vacanza

Le spiagge bianchissime, il clima mite, le centinaia di arcipelaghi esotici disseminati lungo la fascia equatoriale, la luce diffusa dei tre satelliti naturali, tutto ciò rendeva il pianetai Galan II una meta ambita per i turisti dell'intero quadrante.
"Sarà - pensò Kalt - ma sta' storia delle lune incantate crea soltanto delle maree impossibili da prevedere!"
Così borbottava tra se il boliano, mentre se ne stava immerso a piedi nudi nell'acqua della laguna, la fiocina in mano, in attesa del passaggio della sua preda.
Lo specchio d'acqua salmastra comunicava con il mare aperto e scambiava i suoi flussi quattro volte al giorno, in maniera del tutto irregolare nell'intensità e negli orari.
Qui stava la bravura dei pescatori: catturare i bellissimi, gustosi e pericolosi "pesci lampara" proprio nel momento di massima corrente.
Kalt concentrato sull'azione non notò l'improvviso buio che oscurava la dolce notte estiva.
Eclissi di luna, un raro (ma per quel pianeta alieno neanche tanto) allineamento satellitare che dava luogo a maree potenti e ben al di sopra della media.
Ecco, appena sotto il pelo dell'acqua, una decisa luminescenza azzurra: "Sono loro, i pesci lampara!"
Le creature comunicavano con lampi effimeri rossi, gialli, viola; tutti maschi estroflettevano le lamine ossee e iniziavano a combattere per il privilegio dell'accoppiamento; la laguna si tinse di sangue mentre il potente deflusso li trascinava con se, verso il mare aperto e verso le compagne.
"Ci siamo! - Kalt sollevò l'arma eccitato - E' il momento!".
Trattenne il fiato, aspettando e cercando di scegliere una preda isolata.
Ma che stava succedendo?
Il movimento dell'acqua si fece violento, la sabbia del fondo risucchiata con forza e le gambe del pescatore iniziarono ad affondare come in una palude.
Il livello dell'acqua crebbe velocemente, fino alla vita, poi fino al petto, quindi fino al mento.
Ed ecco un banco di pesci torcia a nuotare frenetico verso il mare libero.
Kalt vide il ribollire dell'acqua incendiata e resa elettrica da quella specie di torpedini rostrate.
Affondò la fiocina nel fondo, prendendo fiato per poi immergersi.
Improvvisamente la marea passò, raggiunse il suo minimo e Kalt riapparve dalle acque, sputacchiando e sanguinante da mille piccoli tagli.
La luce lunare stava di nuovo aumentando: all'orizzonte si profilò, striscia bianchissima, l'onda di ritorno della marea.
"Ma porc... qui ci rimetto la pelle! E, Ifni, non c'è neanche nessuno con il quale scommetterci su!"
"Ne sei sicuro Kalt?" - disse divertita la dea del caso e della fortuna, sdraiata sulla spiaggia, bellissima e soprattutto al sicuro dallo tsunami sempre più prossimo alla costa.

giovedì 27 marzo 2008

mmm devi modificare i link...devi riferirli tutti a questo sito:http://startrek.crocevia.it/sim/princess/ e non a quello di gioco.net ;)

Prova 3

Prova 3, un, due, tre, prova.

Prova 2

Prova 2, un, due, tre, prova.

Prova

Prova, un, due, tre, prova.